Edges

ELOISA ATTI JAZZ

“Eloisa is a very accomplished artist. This beautiful music has been conceived and performed with great passion" (François Lalonde, Lhasa De Sela's producer and drummer)
"After years spent listening to the classics of mainstream Americana, Eloisa Atti has entered into the spirit of this music so well that she has produced an album of classics herself. Beautiful tracks that would not look out of place on an album by Lucinda Williams, Rickie Lee Jones or the Cowboy Junkies. This album is a marvel of good song writing and artful interpretation." (Valerio Corzani, Radio Rai)
Together with her band of veterans, Eloisa Atti presents the album Edges. Mixed in Tucson by the legendary Craig Schumacher and mastered in Italy by Giovanni Versari (Grammy 2016 at Muse for "Best Rock Album"), Edges is a completely original work. It has a sound which is a combination of country-jazz, blues and folk, all of which are given a unique colour with the addition of Eloisa’s very Italian taste for melody. Eloisa Atti's songs tell moving stories that linger on long after the song has ended. As Eloisa explains, the "edges" of the title "are the extreme edges, the margins that enclose our sense of identity, the lines that are both a separation and a juncture between different worlds, liminal spaces that are the stage for sharp differences and indissoluble constraints. The edge can be the ridge of a cliff, the border between the ground on which we walk and a dimension that does not belong to us: it is the space between us and the mystery that at the same time protects us and exposes us, limits us and connects us to the rest of the world.

Eloisa Atti è una sognatrice, la sognatrice ritratta da Paola Cassano sulla copertina di questo disco, uno dei personaggi femminili del ciclo “Le Sognatrici” della designer sarda. Eloisa, gli occhi chiusi, la concentrazione di chi immerge in un Altrove, entra ed esce da mondi sonori fantastici usando la sua voce come porta di passaggio da un luogo musicale all'altro. Mentre i generi sono la materia che manipola per ottenere ogni volta degli amuleti preziosi con cui rendere magici alcuni frammenti di vita. Così da trasformarli in progetti, concerti e dischi magnifici.
L'etno-jazz di SUR, la musica brasiliana di Caputolindo, le scorribande progressive-padane di “Penelope” ad innervare l'epica e la mitologia omerica, l'omaggio a Billie Holiday di “Everything Happens for the Best”. E ora un disco che attraversa una personale dreamy land America. Dodici canzoni di quel genere transgenere che viene chiamato americana. Una mescola di country, folk, blues, deviazioni jazz che sanno di legno e di polvere, ma aprono squarci più evocativi dei cieli di pianura e s'intridono di profondissime malinconie. “Edges” è un disco di americana, ma all'italiana: suoni d'oltreoceano con un gusto melodico di casa nostra. E testi che raccontano storie capaci di vibrare ancora sullo sfumare della musica. Un libro di racconti che lascia qualcosa d'importante a tutti, perché i sogni dei sognatori come Eloisa dicono cose vere, magari addolcite da una melodia e da una voce in seppia, ma portano una verità umana assoluta, come certe narrazioni di McCarthy o di Steinbeck.
Prodotto dalla stessa Eloisa Atti (per la prima volta produttrice di sé stessa), mixato a Tucson dal leggendario Craig Schumacher (Calexico, Devotchka, Neko Case) e masterizzato da Giovanni Versari (Grammy 2016 ai Muse per “Best rock album”), “Edges” raccoglie una serie di brani originali scritti in un arco di tempo di dieci anni, tutti da Eloisa tranne “Without you” e “Sleepy man” cofirmate da Marco Bovi.
Un disco acustico, dalla produzione essenziale e diretta, che si gioca le sue carte sulla forza emozionale del songwriting, deviando talvolta verso la musica anni '50 (il primo singolo “Blue Eyes Blue”), l'esotismo di una pedal steel guitar (“Love signs”), il jazz (“The Rest of me”), addirittura il trip-hop (“The Careless Song”). Un lavoro suonato da una band fondamentale per ottenere una densa unità di sound, con la titolare all'ukulele, al piano e alla concertina, poi le chitarre di Marco Bovi, il piano e l'organo di Emiliano Pintori, il contrabbasso di Stefano Senni, la batteria di Zeno De Rossi. E le partecipazioni determinanti di Antonio Gramentieri alla chitarra (Don Antonio, Sacri Cuori), Thomas Heyman e la sua pedal steel guitar, Erica Scherl al violino e Tim Trevor Briscoe ai clarinetti, oltre a Enrico Farnedi e Riccardo Lolli ai cori e al maestro Michele Carnevali all'ocarina.
Edges – spiega Eloisa – è una parola inglese ricca di significato. Edges sono le estremità, i margini che racchiudono un'identità e al tempo stesso rappresentano separazione e contiguità tra mondi diversi, differenze drammatiche e vincoli indissolubili. Il mio disco parla di estremi, di limiti e di confini sotto diversi punti di vista.”
Perché in fondo “varcare i limiti è emozionante come un sogno”. E se lo dice una grande sognatrice come lei, c'è da
crederle.

Eloisa_ Cover web